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Politiche agricole europee sotto accusa

Sciopero del 18 dicembre: gli agricoltori europei in piazza a Bruxelles per il futuro della PAC

La delegazione di Confagricoltura

La delegazione di Confagricoltura

Il 18 dicembre gli agricoltori di tutta Europa sono scesi in piazza a Bruxelles per una grande manifestazione contro l’impostazione delle politiche agricole europee e le proposte di bilancio della Commissione UE. Una mobilitazione senza precedenti negli ultimi dieci anni, che ha visto la partecipazione di oltre 10 mila rappresentanti di più di 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri.

Anche Confagricoltura è stata presente con una delegazione numerosa: diverse centinaia di rappresentanti raggiungeranno la capitale belga, rendendo quella italiana una delle delegazioni più consistenti, seconda solo a quella franco-belga.
A spiegare le ragioni della protesta è il presidente di Confagricoltura e del Copa, Massimiliano Giansanti, che in un’intervista pubblicata sul Sole 24 Ore ha espresso una posizione netta: le risorse previste dalla Commissione europea per la prossima Politica agricola comune (PAC) sono insufficienti, mentre le misure di tutela del mercato europeo dalla concorrenza dei prodotti extra-UE risultano inefficaci.

Secondo Giansanti, l’Europa ha bisogno di una PAC che rimetta al centro produttività, competitività e innovazione, sostenendo in modo mirato gli agricoltori professionali.«Ancora oggi – sottolinea – in Italia il 50% delle aziende agricole che percepiscono la PAC non ha la partita IVA. Non è comprensibile equiparare chi opera come imprenditore agricolo a tempo pieno con chi svolge l’attività solo marginalmente». Per questo, aggiunge il presidente, servono più risorse, non certo un taglio del 20% come quello ipotizzato dalla Commissione UE.

Un altro nodo centrale riguarda la reciprocità negli accordi internazionali.«Se è vero che l’Europa è orientata all’export – afferma Giansanti – è altrettanto vero che non può trasformarsi in un mercato completamente aperto, senza regole e senza adeguate garanzie per i produttori europei».

Ampio spazio viene dedicato anche al tema delle filiere, considerate strategiche per il futuro del settore agricolo: è necessario superare la frammentazione e il nanismo produttivo, puntando sull’aggregazione e su modelli che coinvolgano anche la grande distribuzione, per competere efficacemente sui mercati globali.

Nel comunicato ufficiale, Confagricoltura ribadisce che, senza politiche agricole adeguate ai tempi e alle reali necessità del settore, l’agricoltura europea rischia di non reggere il mercato nel prossimo decennio. Le richieste avanzate a Bruxelles sono chiare: una politica agricola davvero unitaria, un budget adeguato, meno burocrazia e una visione di crescita. Disinvestire sull’agricoltura significherebbe esporre l’Unione europea a una progressiva perdita di competitività rispetto alle altre grandi potenze mondiali.

«Non chiediamo sussidi – ha ribadito Giansanti – ma incentivi capaci di garantire produzione, qualità, sicurezza alimentare e un futuro alle nuove generazioni di agricoltori».

La mobilitazione del 18 dicembre rappresenta quindi un momento cruciale per far sentire la voce del mondo agricolo europeo e italiano, e per ribadire con forza che senza agricoltura non c’è futuro per l’Europa.

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